#UEaParma con EFSA: la resistenza agli antibiotici

#UEaParma con EFSA: la resistenza agli antibiotici

Ma l’Unione europea ci serve davvero? E EFSA che cosa fa? Per rispondere a queste domande e stimolare un momento di dialogo e confronto critico sul ruolo e il valore delle istituzioni europee per i cittadini, in occasione delle elezioni del Parlamento europeo del 2019 e della relativa campagna #stavoltavoto, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha ospitato presso la propria sede una serie di laboratori di co-ideazione di infografiche rivolti alle scuole di Parma. In collaborazione con il Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione europea e Europe Direct Emilia-Romagna, abbiamo coinvolto circa 200 studenti provenienti da 7 istituti di Parma – Liceo Scientifico Ulivi, Istituto Tecnico Economico Melloni, ITIS Da Vinci, Liceo Linguistico Marconi, Liceo Artistico Toschi, Liceo delle Scienze Applicate Marconi, Scuola per l’Europa – nell’ideazione di alcune infografiche sul lavoro di EFSA e di altre istituzioni dell’UE: i ragazzi hanno elaborato visivamente gli argomenti discussi durante i laboratori. I materiali prodotti sono stati poi tradotti da grafici professionisti in 8 infografiche finali che sono diventate oggetto di una caccia al tesoro urbana via Instagram patrocinata dal Comune di Parma. Uno degli argomenti trattati nei laboratori è stato il lavoro di EFSA in tema di antibiotico-resistenza. Gli studenti dell’Istituto Tecnico Economico Melloni ci hanno aiutato ad illustrarlo in questa infografica.

L’antibiotico-resistenza è la capacità dei microrganismi di resistere ai trattamenti antibiotici. Si tratta di una grave minaccia che riguarda non solo gli uomini, ma anche gli animali, quindi la salute pubblica nella sua accezione più ampia: quella che talvolta viene chiamata “One Health”. La portata del fenomeno è mondiale e richiede, quindi, un’azione coordinata fra i diversi attori in gioco a livello globale.

È stato dimostrato che i batteri resistenti agli antibiotici possono diffondersi attraverso molteplici vie: non solo cibo, ma anche contatto diretto con animali, ambiente, trasmissione da uomo a uomo. È difficile stimare il ruolo giocato dal cibo rispetto ad altri veicoli di trasmissione. Tuttavia, è piuttosto probabile che l’incremento della presenza di batteri resistenti agli antibiotici in un determinato alimento possa comportare lo sviluppo di resistenza agli antibiotici anche nei patogeni che colpiscono l’uomo. Quando i batteri zoonotici – ossia quei batteri che possono trasmettersi dagli animali all’uomo – che sono presenti negli animali e negli alimenti diventano resistenti agli antibiotici, anche il trattamento efficace delle malattie infettive nell’uomo può essere compromesso. EFSA lavora in stretto contatto con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) proprio per studiare e monitorare la resistenza agli antibiotici nei microrganismi zoonotici nell’UE. Nel complesso, i nostri studi hanno dimostrato che tanto nell’uomo quanto negli animali che fanno parte della filiera alimentare la presenza di batteri resistenti agli antibiotici è un fenomeno tutt’altro che raro.

Abbiamo osservato livelli di antibiotico-resistenza molto diversi nei vari Stati membri dell’Unione europea, quindi è estremamente difficile generalizzare. In alcuni casi i dati sono allarmanti, ma ci sono anche risultati positivi e incoraggianti in quegli Stati membri che hanno attuato politiche rigorose.

L’ultimo studio che abbiamo pubblicato, relativo al 2018, ha evidenziato che la Salmonella e il Campylobacter stanno diventando sempre più resistenti alla ciprofloxacina, uno degli antibiotici scelti per il trattamento delle infezioni causate da questi batteri. I dati sull’uomo, sugli animali e sul cibo mostrano  che un’ampia percentuale di batteri della Salmonella è resistente simultaneamente a più farmaci: sono batteri multi-resistenti, come vengono definiti in gergo tecnico. Il nostro studio ha evidenziato anche risultati incoraggianti, in particolare relativi agli animali destinati alla produzione di alimenti. Tuttavia, come spesso avviene con la conoscenza e i processi scientifici, dobbiamo approfondire ulteriormente le ragioni alla base di questi risultati positivi.

Un altro ambito di lavoro sempre relativo all’antibiotico-resistenza riguarda lo studio dell’associazione tra utilizzo di antibiotici e presenza di antibiotico-resistenza sia nell’uomo sia negli animali che fanno parte della filiera alimentare. Su questo tema, oltre che con ECDC, stiamo collaborando con l’Agenzia europea per i medicinali (EMA). Gli studi pubblicati finora, nel 2015 e nel 2017, hanno mostrato che effettivamente esistono dei legami tra consumo di antibiotici e resistenza agli antibiotici per gli antibiotici fluorochinoloni, macrolidi e tetracicline. Attualmente stiamo lavorando ad un nuovo studio, che sarà pubblicato entro la fine del 2020, con il quale speriamo di identificare ulteriori legami fra consumo di antibiotici e antibiotico-resistenza.

Un altro progetto che stiamo portando avanti sempre con EMA e ECDC vede coinvolta anche l’Agenzia europea dell’ambiente (EEA). Insieme stiamo approfondendo il ruolo che gli ambienti dedicati alla produzione di cibo giocano rispetto all’antibiotico-resistenza. Si tratta di un’area di studio completamente nuova, che sottolinea il forte legame esistente tra il nostro Pianeta e la salute “One Health”: umana, animale e dell’ecosistema. Combattere l’antibiotico-resistenza è complesso e richiede conoscenze e interventi integrati: possiamo vincere solo se tutti gli attori collaborano. Condividere con gli studenti di Parma il lavoro scientifico di EFSA in questo ambito è stato appagante, e siamo loro grati per averci aiutato a raccontare graficamente quello che facciamo!