Sottopasso Ponte Europa: un viaggio per evadere dalla distopia del quotidiano

Sottopasso Ponte Europa: un viaggio per evadere dalla distopia del quotidiano

Attraversare il Ponte Europa per dirigersi verso il Parco Ducale può essere un’esperienza affascinante, se ci si riflette. Immaginate di girare in bici tra le varie vie dietro la stazione, denominate come città sarde: edifici che non spiccano per qualità architettoniche, auto parcheggiate e solo qualche dettaglio a rompere la monotonia. Dopo essersi immessi in Viale Europa, il ponte colpirà presto il vostro sguardo. Al centro, come avrete visto molte volte, sorge una struttura in vetro dal design moderno che sembra provenire dal futuro, specialmente se paragonata alle zone appena passate. Dall’altra parte della Parma, però, arriva la sorpresa.

L’attraversamento del ponte inizia con un edificio quasi utopico e termina con una visione degna delle migliori distopie cinematografiche: una serie di murales dal gusto psichedelico, dipinti con colori accesi, decora le grigie pareti di cemento del sottopassaggio. Non solo l’ingresso ma anche l’interno è pieno di opere dagli stili e dai colori più diversi.

Il sottopassaggio di Via Trento è stato abbellito da alcune opere di street art in maniera sobria, sia per quanto riguarda i disegni che le tonalità dei colori, amalgamandosi perfettamente con l’architettura circostante. I disegni di questo sottopassaggio, invece, sono l’esatto opposto.

I murales sembrano scaturiti da un vero e proprio atto di ribellione verso una società futuristica il cui unico obiettivo è omologare gli individui e renderli mentalmente sottomessi. Questo tipo di società dovrebbe appiattire la mente delle persone in ogni modo e con ogni mezzo, a cominciare dall’architettura, grigia, come il cemento, e monotona.

La ribellione in questa distopia inizierebbe proprio dalle strade che quotidianamente l’individuo vede tutti i giorni. Fortunatamente non ci troviamo in una società del genere ma lo scopo della street art non è forse quello di rompere la monotonia urbana, specialmente in aree particolarmente ‘piatte’ visivamente e architettonicamente, per cercare di evadere mentalmente? Monaci buddisti intenti a raggiungere il Nirvana, automobili che viaggiano avanti e indietro nello spaziotempo, rane, peschi e draghi provenienti da altre dimensioni stimolano la mente del passante aiutandolo a fuggire dalla prigione che ogni tanto gli sembra di vivere.

Il simbolo di questo tentativo è forse rappresentato dalla figura di Johnny Depp in uno dei suoi ruoli più celebri, il giornalista Raoul Duke di Paura e delirio a Las Vegas (1998). Per viaggiare, Duke assume ogni possibile droga immaginabile durante un delirante weekend a Las Vegas all’inizio degli anni ‘70. La traduzione del titolo originale è Fear and Loathing in Las Vegas che troviamo rielaborata su uno dei murales: Fear and Loatthing in Segni urbani.

L’evento che ha dato origine a tutto è proprio Segni urbani, convention nazionale sulla creatività urbana tenutasi a Parma l’8 e 9 settembre 2018. La direzione artistica del progetto, che ha coinvolto ben 58 writers provenienti da tutta Italia, è stata curata dall’associazione McLuc Culture.

Il tema di della seconda edizione svolta a Parma è stato il viaggio, inteso come fisico e mentale.

Grazie alla diversità di temi e stili portati da tutti gli street artist coinvolti, il viaggio nel sottopassaggio sembra meravigliosamente infinito.

Articolo a cura di Marco Rossi.