GIOCONDA -SCAMBIO DI IDEE SULLA TAVOLA ROTONDA

GIOCONDA -SCAMBIO DI IDEE SULLA TAVOLA ROTONDA

Quel sorriso, appena sfumato. Quasi una smorfia.. Ti inchioda!

E lo fissi, a disagio, cedendo a quel richiamo, illudendoti che sia tu a fartelo tuo, a consumarlo, come tutto il resto.

Sai di lei da sempre, simbolo universale di creatività, conoscenza e saggezza antropologica. Ma quando te la ritrovi di fronte, tutto si sospende, si sublima. Accade l’inaudito, l’imprevisto: ti senti risucchiato in quella bocca, in quegli occhi, nel petto materno.

La tua parte razionale e produttivista cerca disperatamente di tenerti ancorato a comodi rifugi: “Attento! E’ soltanto una tavoletta di legno con qualche furba spennellata per attirare a sé ammirazioni e consensi facili, come tante altre!”. Ma questa volta sai bene che non si tratta di quell’”arte” prodotta per irrisolte vanità o incombenti scadenze contrattuali per poi essere consumata distrattamente, rigurgitando nel frattempo dosi di cicalecci social. Qui c’è intenzionalità umanistica, spirituale. Non si scappa..

Non lo sai ancora, ma hai già abbandonato quel sistema di facili risposte, quell’ansia insopprimibile di dover e voler spiegare tutto e subito, Imbrigliando tutto in artificiose e tecnicistiche griglie ermeneutiche. Ti lasci ormai solo cullare dalle sue pieghe di possibilità, ti sollecita al dubbio, ai forse, alla curiosità, a uno stato di sospensione, aprendoti a risposte ancora non richieste, con curiosità, con intelligenza. Allora ti concedi anche tu una cosa inaudita: ti dai del tempo! Per scoprire con leggerezza, con la stessa giocosa autenticità dei bambini.

Perdi inesorabilmente il confortevole contatto col rumoriccio informe delle mandrie (di cui sai bene di far parte, in fondo) di villeggianti dell’arte museale consumata a spizzicate di pochi istanti, fagocitata a flash sedimentati in profili social svaporati e annichiliti dall’ovvio, dal già fatto e già visto. 

Ti senti turbato, nudo. Tendi a eludere quell’intimità improvvisa. Cerchi così conforto nello sfondo, in altri particolari più rassicuranti. ma prima o poi ci ritorni, sorprendendoti di sentirti più a tuo agio. Cogli che solo sbirciando di traverso, con la coda dell’occhio, puoi trovare una sintonia, una possibilità di relazione, un senso di appartenenza. E’ ormai parte di te, e tu ne fai già parte, penetri nella sua storia, la costruisci, dando sostanza al contempo alla tua. e allora inizi a starci, intuendo di dover attraversare il dubbio e l’incertezza.

Si dice che l’Arte, quella vera, indipendentemente dalle sue forme, produca quell’effetto: una connessione intima, gioiosa e giocosa, con parti di te soffocate da ordinarietà ripetute e ormai svuotate di senso date dalla necessità di sopravvivenza, per trascinarti nello straordinario, nel sublime. Attimi che possono riempire di senso intere vite. Non pretende di darti risposte certe, facili. Intende accompagnarti a scovarle attraversando l’incertezza della scoperta, della riflessione, giocando con le emozioni e le intuizioni destrutturanti che emergono da quella relazione.

I Centri Giovani sono così: ci entri la prima volta e ti senti perso, a volte l’imbarazzo è tale da sviarli, evitarli, perchè i sorrisi che ti accolgono non sono facili, né gratuiti, ma ti mettono alla prova, ti ingaggiano e ti chiedono di starci, di darti, di offrirti con autenticità e spontaneità, di fare, giocare, lavorare, pensare, sentire insieme e, perchè no, non fare niente insieme e magari pure annoiarsi ogni tanto.. ma con un senso forte di libertà e di possibilità.

E allora, dopo averli osservati per qualche tempo di traverso, i centri giovani si rivelano per quel che sono: possono garantirti di starci bene, ma ti sollecitano a smuoverti per imparare a star bene con gli altri, imparando a fare e ad essere, trovando persone disposte ad accompagnarti ad acquisire quello sguardo autentico, che sa cogliere le sfumature, rendendole evidenti.

Su Parma Ritrovata abbiamo pensato di aprire uno spazio dedicato ai Centri Giovani di Parma a ai giovani che li abitano, avviando una rubrica, un diario di bordo, un luogo virtuale per riflettere e analizzare ciò che ci accade intorno nelle sue diverse sfaccettature, adottando quello sguardo eccentrico che ci ha fatto scoprire e innamorare di quel sorriso.