For Real: Il Centro di Aggregazione Giovanile

For Real: Il Centro di Aggregazione Giovanile

“Che cos’è il Centro per me?”: è un luogo di opportunità, conoscenze, felicità, svago, libertà, divertimento; il Centro è “essere sé stessi, uscire dall’ordinario, passare il tempo, non in negativo, è fare qualcosa di diverso da ciò che farei a casa”, “è fare i compiti, stare in compagnia”.

“Quando entro qui, mi chiedete sempre come sto” come se questo, fuori, non accadesse mai. Così, in parte, il Centro di Aggregazione Giovanile (CAG) viene descritto dal punto di vista di coloro che lo frequentano.

Che cos’è, quindi, un CAG?

Ciao a tuttə, mi chiamo Francesca, studio Psicologia presso l’Università degli Studi di Parma e a Febbraio 2022 ho cominciato il mio tirocinio presso il Centro Giovani Montanara, un Centro di Aggregazione Giovanile. Io stessa, prima di “entrare a far parte” di un Centro Giovani, non avevo la più pallida idea di che cosa fosse; inizialmente, nella mia totale ignoranza e ingenuità, chiedendo un po’ in giro e confrontandomi con amici, colleghi universitari, parenti e, a volte, anche con perfetti sconosciuti incontrati sul bus, nella mia mente si è creata un’idea non propriamente positiva e rassicurante, figlia di stereotipi nati dalla mancanza di conoscenza e di contatto: è uno spazio per “deviati e disagiati”, mi son sentita dire, “inutile!”, alla stregua di un “riformatorio dove rigettare giovani” che, per parafrasare, “non hanno voglia di fare o hanno fatto troppo poco”, “giovani arrogantemente pericolosi che non possono vagare per le strade innocenti della città disturbando la quiete pubblica”, che hanno perso la loro opportunità prima ancora di averla. Insomma, ragazzə che vengono sempre considerati con uno sguardo giudicante, focalizzando l’attenzione sui tratti peggiori e marcando le differenze superficiali.

Il CAG, invece, non è affatto questo: è un luogo di ritrovo, ludico – educativo e di partecipazione che offre attività sociali, sportive e ricreative, iniziative culturali e momenti di incontro; è uno spazio di espressione che maneggia la “materia umana” ancora in formazione, a prescindere dalla condizione sociale, familiare, personale.

Mediante la comunicazione, il dialogo, il confronto, il gioco, si accompagna nel percorso crescita che, attraverso il contatto con le persone porta a cambiare: capire, integrare, gestire e dare senso alle esperienze per sviluppare il potenziale.

Nelle interazioni quotidiane, che sia la partita a pallavolo, il colorare uno striscione o il preparare la merenda, i giovani dai 12 ai 21 anni vengono valorizzati come soggetti unici e protagonisti dei propri processi di apprendimento, di sviluppo e come co – costruttori attivi delle conoscenze.

“Ma se fossero normali, se non avessero problemi, non ci sarebbe bisogno di questi luoghi… perché controllarli, legarli in un posto?”: è la domanda di default che mi è stata posta ogni qualvolta ho cercato di spiegare il perché avessi scelto di svolgere il mio tirocinio in un Centro Giovani. Il reale problema non è perché tenerli legati, ma farlo in modo continuativo, favorire l’aggregazione spontanea, costruttiva e positiva, stimolare lo scambio reciproco e creare legami anche tra fasce di età diverse, sviluppando in ciascuno, un senso di identità personale, di gruppo e di comunità e agendo lì dove manca la percezione e il contatto con la realtà.

Non tutte le domande finiscono con un punto interrogativo, bisogna rimanere in ascolto di ciò che viene chiesto e di come viene chiesto, in modo esplicito e implicito. Il valore della comunità sta nell’osservarla e viverla, in un’ottica di promozione dell’agio e non di contenimento del disagio. Il CAG si pone come strumento quotidiano in cui educatori, operatori, tecnici e volontari non si propongono come modelli perché, in quanto esseri umani, sono loro stessi imperfetti per definizione, ma offrono un esempio di convivenza civile e di relazionalità. Sarebbe impensabile nonché ipocrita dare risposte preconfezionate a ragazzə che ripropongono atteggiamenti, comportamenti, linguaggi a cui sono abituati e normalmente esposti, ma di cui non ne comprendono la radice.

L’obiettivo è accompagnare al ragionamento, ponendo l’accento non tanto sul contenuto del pensiero quanto sul fatto che esso esista e che nessuna opinione è sbagliata a priori; l’obiettivo è soddisfare il valore della crescita, senza la smania di fare, sapendo sostare nell’incertezza con pazienza e fiducia in una partecipazione totale, omogenea, variegata.

Il Centro di Aggregazione Giovanile offre risorse, investe sulla costruzione di competenze, perché non si diventa adulti semplicemente compiendo 18 anni: quello che vogliono i giovani è trasparenza, è avere spazi di occasioni e di visioni.

Francesca Castellano